Casta diva, che inargenti
Queste sacre antiche piante,
Tempra tu de' cori ardenti,
Tempra ancora lo zelo audace.
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.
Al noi volgi il bel sembiante,
Senza nube e senza vel!
Fine al rito. E il sacro bosco
Sia disgombro dai profani.
Quando il nume irato e fosco
Chiegga il sangue dei romani,
Dal druidico delubro
La mia voce tuonerà.
Tuoni; e un sol del popolo empio
Non isfugga al giusto scempio;
E primier da noi percosso
Il proconsole cadrà.
Sì, cadrà… punirlo io posso.
(Ma punirlo il cor non sa.)
(Ah! bello a me ritorna
Del fido amor primiero,
E contro il mondo intiero
Difesa a te sarò.
Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno
E vita nel tuo seno
E patria e cielo avrò.)
Sei lento, sì, sei lento,
O giorno di vendetta,
Ma irato il dio t’affretta
Che il Tebro condannò!
(Grazie a Cristiana per questo testo)